Ciao, mi chiamo Cristian e voglio raccontarti come Gesù ha trasformato la mia vita.
Sono nato in una famiglia cristiana; frequentavo la chiesa ogni domenica e per questo mi sentivo giusto, non avevo fatto chissà che peccato pensavo. Fin da piccolino ho passato momenti difficili, forse perché ero molto sensibile, all’asilo quando venivo messo in punizione piangevo molto, crescendo, alle elementari, fui vittima di bullismo, anche questo segnò la mia mente e i miei pensieri.
Sono sempre stato un ragazzo introverso, molto timido, ma questa timidezza era la punta di un iceberg nascosto. Non parlavo con nessuno, stavo isolato, non riuscivo a guardare negli occhi nessuno, mi sentivo solo, non avevo amici; le uniche persone che guardavo negli occhi e con cui parlavo erano la mia famiglia e i miei insegnanti. Con il passare degli anni i miei pensieri mi incatenarono, si facevano sempre più pesanti, mi sentivo profondamente ferito, il mio cuore era come in “mille pezzi”.
Alle medie cominciò un vero e proprio declino, non andavo bene a scuola e questo abbassava ancora di più la mia autostima. Nella mia mente mi sentivo inferiore a tutti, brutti pensieri uno dopo l’altro si facevano sempre più forti, mi portarono a disprezzarmi. Mi sentivo un fallimento, vedevo i miei coetanei eccellere in tutto, eppure non li conoscevo pensavo che tutte le persone esistenti al mondo fossero perfette. Così li vedevo: esseri perfetti, irraggiungibili, senza problemi, senza errori: vita perfetta, comportamento perfetto, carattere perfetto, bellezza, talento, intelligenza e capacità. Li ammiravo, stupefatto anche quando facevano il male, ma non osavo rivolgere loro alcuna parola perché mi sentivo sbagliato; pensavo che tutti mi odiassero, mi detestassero, che la mia sola presenza fosse oggetto di odio, per questo mi isolavo ancora di più. Raramente qualcuno mi parlava, e quando ciò accadeva mi sentivo grandemente onorato, ma anche spaventato, perché pensavo volessero farmi del male o deridermi.
Tutto questo mi tenne legato per molto tempo e con il passare degli anni mi sentii ancora più triste. Toccai il fondo quando cominciai a sentirmi anche odiato da Dio, i miei peccati cominciarono a pesarmi così tanto, quelle accuse nella mia mente mi schiacciavano, la mia vita era diventata un peso, mi consideravo sbagliato, odiavo ogni singola parte di me, mi ritenevo assolutamente inutile. Immaginavo Dio che mi guardava dall’alto in basso con il dito puntato, pronto ad accusarmi, un Dio che per ogni sbaglio me l’avrebbe fatta pagare, che non aveva tempo da perdere con i problemi della mia vita, mi aveva abbandonato, pensai addirittura che volesse distruggermi, cominciai così ad avere paura anche di Dio.
In questo periodo così duro, aspettavo il momento di essere a casa da solo per piangere, le mie preghiere erano così: pregavo in ginocchio sul pavimento a volte disteso a terra. Piangevo e dicevo soltanto: “Dio abbi pietà di me” e continuavo a disperarmi. Un giorno il titolo di una meditazione sull’app della Bibbia catturò la mia attenzione, diceva “TU HAI UNA SPERANZA” esattamente ciò che sentivo di aver perso.
Passarono i mesi, ma finita la terza media feci una preghiera: “ Dio aiutami a fare la tua volontà”, volevo cambiare, non volevo più che la mia vita fosse dominata da quei pensieri, mi sentivo troppo male. Cominciai quotidianamente a cercare il Signore, leggevo la Bibbia e attraverso di essa Dio mi parlava. Semplicemente leggendo quei versi sentivo che Dio mi incoraggiava e io mi aggrappavo a Lui con tutta la mia forza. I miei pensieri però continuavano ad accusarmi, mi toglievano la speranza, mi ricordavano il mio passato, ma Dio continuava a parlare al mio cuore, dicendomi che quello che contava era chi fossi io ai suoi occhi, nemmeno i miei pensieri potevano dire chi ero, non potevano dirlo nemmeno le mie paure.
Dio piano piano si è rivelato nella mia vita come un padre, mi ha liberato da quei pensieri che mi appesantivano e mi accusavano ogni istante. Dio mi disse che ero prezioso ai suoi occhi, che ero stimato, e questo rivoluzionò tutta la mia vita.
Il tuo passato, i tuoi peccati, i tuoi errori, le tue debolezze, i tuoi pensieri non ti definiscono, quello che ti definisce è chi sei davanti a gli occhi di Dio! Queste verità Dio me le ripeteva, le percepivo nel mio cuore, nella mia mente e cominciavo a vedere in Dio la speranza che non avevo mai avuto, cominciai ad aggrapparmi al Suo amore, che non capivo, ma sentivo e realizzavo dentro di me.
Non sopportavo le mie imperfezioni, odiavo i miei errori e quando sbagliavo mi aggrappavo alle sue parole per non sentirmi accusato e Dio riconfermava il suo carattere amorevole facendomi sentire cercato, accolto e amato.
Quando cominciai la prima superiore misi tutta la mia fiducia nelle sue mani, affinché mi aiutasse a studiare e mi stupii di come la sua mano mi sostenesse in tutte le verifiche e le ore di studio. Dio si usò anche della scuola per mostrarmi che non ero inutile e incapace, in tutte le prove mi aggrappavo a Lui e Lui mi era sempre vicino.
Finita la prima superiore ringraziai Dio di come era stato con me, mi aspettavano tre mesi di vacanza estive, dove affrontai altre lotte. Cercai il Signore in quei mesi, ma allo stesso tempo mi sentivo triste, deluso da me stesso, nuove battaglie nella mia mente mi facevano credere che era colpa mia se non ero benedetto da Lui. Non riuscivo a pregare in pubblico, pregavo nella mia mente, ma desideravo così tanto essere libero di aprire la mia bocca! Credevo che Dio mi aveva abbandonato nella mia incapacità, ma un giorno mi parlò ancora più profondamente, attraverso le parole di un canto che si intitola “Reckless Love”, mi disse che non mi aveva mai abbandonato, che nessuna barriera, nessuna montagna gli avrebbe impedito di raggiungermi, nessuna menzogna, nessuna mia incapacità, o imperfezione! Il mio cuore fu compunto, toccato nel profondo da quelle parole e quelle verità, tutti i miei schemi si ruppero, tutti i miei pensieri crollarono: Dio mi amava, e niente poteva impedirgli di raggiungermi, perché Gesù su quella croce si era dato per me!
Dio mi amava e io ci credevo, era una forte consolazione, Dio mi amava tanto, e io stavo per conoscerlo personalmente!
Un giorno, nella mia cameretta, dove pregavo e lo cercavo, dissi al Signore che avevo bisogno di Lui! Quel giorno incontrai Gesù personalmente, lo Spirito Santo mi riempì, mi sembrava di sognare, tanto che guardavo le mie mani per vedere se era un sogno! Realizzai un amore meraviglioso nel mio cuore, Gesù aveva preso il mio posto sulla croce, il suo sangue mi faceva sentire degno e un peccatore allo stesso tempo, ma il suo amore immenso mi travolgeva, la grazia era entrata nella mia vita, non sapevo che cosa fosse, finché non l’ho sperimentata.
Gesù ha scacciato ogni pensiero che non veniva da Lui, pensieri che erano lì da tempo sono stati spazzati via dalla sua gioia e dalla sua pace, il suo amore immenso ha stravolto la mia vita, su quella croce mi ha salvato!
Chi può conoscere, chi può leggere la mente dell’uomo? Solo Dio può. Solo Dio poteva entrare nella mia mente e trasformare i miei pensieri in questo modo. Lo ringrazio perché nessuno avrebbe potuto fare un’opera simile, oggi non posso fare a meno di dire che Lui è grande! Il Suo amore mi stupisce ogni giorno e sono felice!
Ti saluto con alcuni versi con cui Dio ha parlato al mio cuore:
“Mi fece vedere il sommo sacerdote Giosuè, che stava in piedi davanti all’angelo dell’Eterno, e Satana che stava alla sua destra per accusarlo. L’Eterno disse a Satana: “Ti sgridi l’Eterno, Satana! ti sgridi l’Eterno che ha scelto Gerusalemme! Non è forse costui un tizzone strappato dal fuoco?”. Giosuè era vestito di vesti sudicie, e stava in piedi davanti all’angelo. L’angelo disse a quelli che gli stavano davanti: “Levategli di dosso le vesti sudicie!”. Poi disse a Giosuè: “Guarda, io ti ho tolto di dosso la tua iniquità e ti ho vestito di abiti magnifici”. Allora io dissi: “Gli sia messo sul capo un turbante puro!”. E quelli gli posero in capo un turbante puro e gli misero delle vesti; l’angelo dell’Eterno era là presente.”
Zaccaria 3:1,5
“Io rafforzerò la casa di Giuda, salverò la casa di Giuseppe e li ricondurrò perché ho pietà di loro; saranno come se non li avessi mai scacciati, perché io sono il SIGNORE, il loro Dio, e li esaudirò.” Zaccaria 10:6