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La preghiera

Questo articolo si propone di spiegare cosa rappresenti la preghiera per un cristiano. Come bisogna pregare? E soprattutto, serve davvero a qualcosa? Un argomento vasto, pieno di interessanti sfumature. Proveremo a regalarne una sintesi esaustiva, punto di riferimento sarà la Bibbia (cliccando su questo link potrai trovare i passi biblici che citeremo) Forse ometteremo qualche dettaglio, buona scusa per invitare da subito lettori che vogliono saperne di più ad accostarsi direttamente alla Parola di Dio per approfondimenti.

Cos’è la preghiera

In un mondo che ci invita continuamente a innalzare noi stessi, a trovare la forza dentro di noi, e ci ricorda di quanto valiamo, non siamo più abituati all’idea di dover pregare. Forse l’idea di un uomo in atteggiamento supplichevole davanti a Dio appare come desueta, quasi ridicola, umiliante. Oltre che inutile. Un credente sa invece benissimo che presentarsi a Dio non è un gesto che mortifica ma è l’onore più grande di cui un uomo possa fregiarsi. E da cui si possono trarre innumerevoli benefici.

La preghiera non è un monologo ma un dialogo, un confronto. Attraverso essa si parla a Dio ma ciò non costituisce una sorta di soliloquio terapeutico perché – che cosa splendida! – Egli, oltre che ascoltare, risponde, rivela alle nostre orecchio la Sua volontà. E ancora: agisce, opera, risolve, consola.

In generale pregare è una cosa semplice, che non richiede grandi ragionamenti o strategie. Il ladrone appeso alla croce accanto a Gesù aveva poco tempo prima di morire ma Gli chiese semplicemente di essere salvato e ottenne risposta favorevole. (cfr. Luca 23:42-53). Alcune volte, però, la preghiera può diventare tutto l’opposto: una lotta. Una battaglia contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti” (Efesini 6:12-13). Bisogna avere la consapevolezza che quando si prega c’è un combattimento contro quei nemici spirituali che vogliono minare la nostra vita, la nostra salute, la nostra famiglia, il nostro rapporto con Dio.

Qualche volta, invece, possiamo avere la sensazione di “lottare con Dio”. Quando ci sembra che Egli non risponda oppure quando la Sua risposta è chiara ma non riusciamo ad accettarla. In quei frangenti impariamo a esercitare la pazienza, a insistere, a fidarci sempre più di Lui, cresciamo nella fede. Dio è fedele: possiamo stare certi che anche quando i Suoi propositi non sono chiari il tempo sbroglierà la matassa e non resteremo delusi.

La preghiera è un po’ come il cibo spirituale di un cristiano, la linfa per la sua anima. Non pregare corrisponde a un progressivo inaridirsi, e poi morire. Di una morte non fisica ma spirituale, lenta e logorante, che spegne lo zelo, la fede e anche l’amore per gli altri e per Dio stesso.

Preghiera di guarigione, preghiera per ottenere una grazia, preghiera per il lavoro, preghiera per i figli: non esistono limiti alle richieste che possiamo fare a Dio. Non esistono problemi che siano troppo grandi per Lui oppure troppo banali per essergli presentati.

“… gettando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi “(prima epistola di Pietro 5:7).

Come pregare

La preghiera non consiste in una passiva contemplazione, è piuttosto un’azione dinamica. La Bibbia consiglia di farlo in maniera semplice, spontanea, e senza tanti fronzoli (Matteo 6:7).

Gesù, oltre che con i Suoi consigli, ci insegna a pregare coi fatti: trascorreva le Sue giornate andando in giro e compiendo opere meravigliose, che palesavano come Egli non fosse un uomo come tutti gli altri, eppure spesso si ritirava in disparte perché sentiva il bisogno di pregare, e la preghiera era la Sua carica speciale, un modo per alimentare il Suo dialogo col Padre.

È bene accostarsi a Dio con il cuore libero da sentimenti negativi, da rancori, (Matteo 5:23-24) ma è vero pure che proprio pregare può essere un modo per chiedere che questi vengano spazzati via, come acqua nuova e pulita che cade e scorre su altra acqua, togliendo ogni impurità.

E poi, e questo è un po’ il cuore del cristianesimo, bisogna pregare nel nome di Gesù. L’Antico Testamento è pieno di esempi di uomini che pregano con Dio ed Egli li ascolta. Ma gli uomini del dopo Cristo hanno una marcia in più! Mentre Gesù moriva si verificava a Gerusalemme una cosa molto strana ma piena di fascino. La cortina del Tempio, l’enorme tenda che separava il “luogo santo” dal “luogo santissimo”, uno spazio a cui poteva accedere solo il sommo sacerdote, e solo una volta l’anno, si squarciava in due (cfr. Matteo 27:51, Marco 15:38, Luca 23:35). E dal basso verso l’alto – nessuno doveva pensare fosse stato un uomo a farlo -. Evento carico di significato. La morte di Gesù apriva le porte alla possibilità di presentarsi, a nome Suo, al Padre, in maniera diretta, con una sorta di “raccomandazione”, e non più per mezzo di sacrifici e intercessori “…e quello che chiederete nel mio nome, lo farò “(Giovanni 14:13).

Quando ci sembra di non saper pregare, lo Spirito Santo intercede per noi (cfr. Romani 8:26), fa come da filtro, aggiusta, spiega, sistema le nostre malconce parole, i nostri tentativi, portando al trono di Dio una preghiera perfetta. Gesù, dunque, con la Sua morte, e lo Spirito Santo, con la Sua mediazione, ci portano più vicini a Dio. Meravigliosa collaborazione delle tre Persone della Trinità che, presenti già nell’Antico Testamento, si manifestano pienamente nel Nuovo, completando il piano di Dio per il mondo!

Al di là quelle che potremmo definire delle “regole generali” ogni preghiera sarà diversa in base alle circostanze, al contesto, allo stato d’animo. Potrà essere pubblica o segreta, lunga o corta, urlata, sussurrata, piena di sospiri, di singhiozzi, di ringraziamenti. Potrà essere una preghiera lode, di gioia, di supplica, di benedizione, di intercessione, e in tutti casi sarà come un balsamo prezioso per l’anima di chi la pronuncia.

Perché pregare?

A Dio possiamo chiedere tutto. Non ci sono cose che Egli non possa fare, situazioni che non sia in grado di ribaltare. È scritto:” Tutte le cose che domanderete in preghiera, se avete fede, le otterrete” (Matteo 21:22) e “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve; chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa” (Matteo 7:7-8).

Bellissime e consolanti promesse. Possiamo pregare per tutto e Dio ci esaudirà. Tranne le cose che vanno contro le Sue leggi, è abbastanza ovvio. E se quello che chiediamo è nella Sua volontà. Gesù stesso, nel Getsemani, pregò: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Però non la mia volontà, ma la tua sia fatta “(Luca 22.42). E qui scattano i dubbi, le polemiche. Ma allora vale davvero la pena pregare? La risposta è sì. Intanto perché la preghiera può cambiare la volontà di Dio. Avvenne nel caso di re Ezechia, a cui Dio aveva annunciato morte imminente: “Ho udito la tua preghiera, ho visto le tue lacrime; ecco, io ti guarisco” (secondo libro dei Re 20:5). Accadde a Manasse: “quando egli fu angosciato, implorò il SIGNORE, suo Dio, e si umiliò profondamente davanti al Dio dei suoi padri. A lui rivolse le sue preghiere, e Dio si arrese ad esse, esaudì le sue suppliche” (secondo libro delle Cronache 33:13).

Ma anche se ciò non avviene, durante la preghiera – in parte l’abbiamo già considerato sopra – possiamo sentire l’abbraccio del Padre Celeste, il Suo amore, gustare la Sua presenza, sentire dentro di noi la vita di Cristo che si rinnova e il fuoco dello Spirito Santo ardere sempre di più. Otteniamo comprensione, consolazione, pace, motivazione, chiarezza discernimento. E anche se a volte dovessimo pensare – altra frequente e lecita osservazione – che Dio sa già tutto, e conosce i nostri pensieri, e non ha senso elencarglieLi, ricordiamo che in preghiera veniamo educati, modellati, e preparati per la vita eterna.

Qualcuno forse crede che pregando, in qualche modo, si “faccia del bene” a Dio. È vero che Dio si sazia, si appaga delle preghiere dell’uomo. È vero che, per l’infinito amore che Lo caratterizza, gode della sua compagnia – bella l’immagine di Dio che sul far della sera scendeva nel giardino d’Eden per stare un po’ con Adamo -. Ma ricordiamo sempre che dalla preghiera col Creatore chi trae grandi benedizioni è proprio la creatura.

Il nostro lungo articolo volge al termine. Abbiamo sottolineato da subito che ci saremmo occupati di cosa significa pregare per un cristiano. Vogliamo però concludere con un’importante osservazione.   La preghiera di un credente, è ovvio, parte dal presupposto che Dio esista. Ma la preghiera può anche far scoprire a un uomo che Dio esiste. Rivolgiti a Lui. Dio ascolta la tua preghiera.

Non cessate mai di pregare” (prima epistola di Paolo ai Tessalonicesi 5:17).

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