In Italia le chiese evangeliche sono numerosissime, e molte di esse si sono raggruppate in denominazioni. Questo articolo vuole fornire, in maniera molto semplice, una spiegazione della realtà evangelica.
Principi chiave
Il termine evangelico fa chiaramente intuire che il punto di partenza del nostro credo è il Vangelo e i suoi insegnamenti.
Crediamo che la Bibbia – e lo dice la Bibbia stessa (cfr. seconda epistola a Timoteo, 3:16) – sia divinamente ispirata, crediamo che le storie dell’Antico Testamento non siano miti ma dati storici realmente accaduti (e in diversi casi confermati dalla Archeologia) e che gli insegnamenti di Gesù siano un modello per ogni credente da prendere come esempio per la propria vita.
Nella Bibbia un cristiano può trovare tutto ciò che gli serve per piacere a Dio. È vero, non tutte le realtà divine ci sono note, non tutte vengono svelate nella Bibbia: lo stesso apostolo Paolo scrisse, nella prima epistola ai Corinzi, “Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto” (capitolo 13, versetto 12).
Cosa crediamo?
Ecco, è importante, e non scontato, spiegare che siamo cristiani, innanzitutto, crediamo fermamente che Gesù Cristo di Nazaret sia il Figlio di Dio venuto sulla Terra per salvare tutti gli uomini che credono in Lui. Sempre l’apostolo Paolo dichiarò: “noi predichiamo Cristo crocifisso” (prima lettera ai Corinzi, 1:23).
Crediamo nella salvezza per Grazia, e non per le opere, le quali costituiscono certo un elemento importante nella vita di un credente ma non un mezzo per essere salvati, piuttosto una conseguenza della salvezza già ottenuta: “infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo” (Efesini 2:10). Il battesimo è per noi una scelta consapevole e viene fatto per immersione, in età adulta; non libera dal peccato originale ma rappresenta invece una dichiarazione pubblica di fede: “Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato” (Marco 16:16).
La Bibbia ci insegna che tra Dio e gli uomini ci sia un solo intermediario, e questo è Gesù Cristo, (cfr. prima epistola a Timoteo 2:5) a cui ogni uomo può accostarsi direttamente per confessare i suoi peccati e ricevere salvezza. Infatti stimiamo gli apostoli e tanti personaggi biblici, li consideriamo pionieri della fede, ma la nostra fede, speranza e preghiera sono rivolte unicamente a Gesù che desidera avere una relazione personale con ogni uomo. Abbiamo fede in un Dio vivente, reale, che agisce, opera, risponde alle preghiere.
Crediamo che Gesù è risorto, tornerà dal cielo e ci porterà con lui, come leggiamo in Atti 1:11 «Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo». (cfr. Giovanni 14:2,3)
Evangelici o evangelisti?
Chiariamo anche alcuni termini che ruotano intorno al mondo evangelico e con cui spesso si fa confusione. In primo luogo capire chi sono gli evangelisti.
Col termine evangelista vennero identificati i primi predicatori del Vangelo; l’apostolo Paolo usa questo termine parlando dei vari ministeri (cfr. Efesini 4:11). Successivamente, e fino ad oggi, vennero così chiamati gli scrittori dei quattro vangeli (Matteo, Marco, Luca, Giovanni). Il mandato universale, di portare il Vangelo a tutti gli uomini, include tutti i credenti, che si possono definire in questo senso evangelisti, ma i credenti di fede evangelica si definiscono semplicemente evangelici.
Altro chiarimento: chi sono gli evangelici pentecostali, i credenti che frequentano la nostra chiesa si identificano anche in questo termine. Crediamo che ancora oggi si può ricevere lo Spirito Santo, così come avvenne a Gerusalemme duemila anni fa come troviamo scritto nel secondo capitolo degli Atti degli Apostoli: “voi riceverete il dono dello Spirito Santo. Perché per voi è la promessa, per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà”. (Atti 2:38, 39)